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Formazione ghiaccio - Enrico Bonino

Formazione ghiaccio

24 Febbraio 2015

Il week end appena terminato è stata una vera sorpresa… non per strabilianti novità e performances quanto perché venerdi mattina mi sveglio con calma e ricevo un messaggio: “hey Enrico we are at the hotel in Valnontey, where are you?”. Ancora un pò assonnato e confuso mi dirigo verso il tavolo da colazione pensando a chi potesse essere. Mentre verso il latte nella tazza mi si accende la lampadina e mi scorre davanto il film della situazione. Si è chiaramente verificato un malinteso in quanto ero prenotato per la settimana successiva per una tre giorni di ghiaccio a cogne e i clienti si sono presentati con una settimana d’anticipo rispetto alle date stabilite. Li richiamo e ci mettiamo d’accordo per il giorno seguente.

Joe e James sono ragazzi inglesi che ho avuto il piacere di conoscere 3 anni or sono tramite la nostra agenzia. Joe è un forte rock climber che scala sull’8a lavorato ma ha relativamente poca esperienza su ghiaccio, con tutte le paure annesse e connesse, ma che sa mettersi in gioco e vuole imparare al meglio senza cadere del tranello dell’automatica trasposizione della tecnica da roccia a ghiaccio; James, suo amico di lunga data, arrampica saltuariamente, gli piace ed è molto motivato, più propenso a godersi le vacanze arrampicatorie piuttosto che entrare nel dettaglio della tecnica.

Insomma sabato mattina ci incontriamo all’hotel e partiamo per Stella Artice. Alla fine mi ritrovo a fare il mezzo cliente per un week end Joe attacca il primo tiro e dimostra di essere a suo agio su quelle difficoltà. Si muove bene ma ha delle chiare carenze tecniche dovute alla poca pratica specifica sul ghiaccio, e non è molto propenso a voler cadere sulle viti di cui non sa ancora riconoscere la tenuta, pertanto nel dubbio chioda molto pur essendo a suo agio. Una volta recuperati nella grotta prendo il comando della cordata per il tiro chiave: potrebbe forse tentarlo ma non potendolo vedere scalare preferisco salire io. James fatica un pò nella parte ripida ma è un tipo decisamente determinato e supera l’ostacolo. Joe ci conduce poi in cima alla cascata scalando al suo meglio. Scesi da Stella inmezzo ad una miriade di cordate che ci inseguono, decidiamo di sfinirci e di fare un pò di tecnica sul primo tiro di Inachevé, che questa volta si presenta asciutto. Panino guadagnato è ora di andare dal mitico Andrea all’Ondezana per rifocillarci a dovere. L’accoglienza è sempre calorosa.

Il giorno seguente ci dirigiamo verso LuBij in quanto la notte ha nevicato molto e bisogna rimanere al riparo dalle valanghe. I ragazzi non sembrano in formissima, ma joe vuole tentare ugualmente il primo tiro. Si vede che non è particolarmente a suo agio e gli dico di spezzare il tiro e fermarsi nei pressi del muro ripido per sostare. Proseguo e terminiamo la cascata. Per uscire dal traverso ho dovuto scavare un mezzo tunnel nella neve accumulata… della serie che se uno non conosce la cascata e arriva lì non è una bella sorpresa! Terminiamo la giornata su qualche monotiro di drytooling nei pressi della cascata di Lillaz dove Joe può sfoderare tutta la sua tecnica di rocciatore provetto e darci del filo da torcere. Incredibile quanto la testa influisca sul nostro modo di affrontare le situazioni, sui movimenti e sulla tecnica. In ogni caso bravi Joe e James! Se tutto va bene ci rivediamo quest’estate per salire in alta montagna e scalare sul granito del Monte Bianco.

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