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Charlet Ghillini - Bacino dell'Argentiere - Enrico Bonino

Charlet Ghillini – Bacino dell’Argentiere

17 Febbraio 2015

E’ ora delle goulottes! Quest’inverno mai visto (proprio nel senso che non l’abbiamo visto!) ha davvero stufato in fondo valle, ed è ora di cominciare a riscattarsi prendendo quota. Con Andrea ci dirigiamo nel bacino dell’Argentiere per un’uscita di allenamento in vista di progetti primaverili. A noi si aggrega Ilaria, che non vede l’ora di tornare a fare due curve in quel posto fantastico. Il giorno seguente noi ci dirigeremo verso la goulotte Charlet Ghillini, mentre lei salirà al col du Tour Noir sola soletta. Un piccolo gruppo di nazionalità assortita cerca di invogliarla a seguirli… ma non sanno ancora che a seguire saranno loro, e decisamente da lontano

Puntiamo la sveglia alle 3:30. Il bivacco invernale è ancora caldo dal calore della stufa a legna pompata a manetta la sera prima. La luna illumina a giorno il ghiacciaio. E’ un posto magico il bacino dell’Argentiere, costellato da pareti ripide e severe che sembrano cosi vicine ed accessibili. Tentai la via Charlet Ghillini agli albori della mia attività alpinistica, ma col socio poco motivato e un pò impressionabile, pertanto fu una ritirata alle prime difficoltà. Quindi ben felice di tornarci con Andrea circa 12 anni dopo. La linea è spettacolare! Dopo un breve pendio la goulotte si incanala in un tobogan ghiacciato. Ilaria ci dà il buongiorno con il walki talki e io le rispondo un pò affannato appena uscito dal primo tiro psycho Proseguiamo inesorabili, anche se col diminuire del ghiaccio, ad ogni uscita di tiro Andrea mi guarda sempre più perplesso con aria interogativa. Dopo qualche tiro non mi guarda neanche più…segue a testa bassa. Ilaria ci richiama dicendoci che è già salit e scesa e sta facendo la tintarella sotto al rifugio: è mezzogiorno, e noi siamo a 3 tiri dalla fine. Le corde diventano improvvisamente elastiche e si allungano, si allungano, così tanto che con un tirella da 150m siamo in cresta. O meglio siamo incastrati sotto un masso gigantesco che se si stacca facciamo come Willy il Coyote: abbracciati al masso in caduta libera. A parte gli scherzi, il “tappo” ci impedisce sia di lambire i raggi del Sole sia di vedere dall’altra parte della cresta. Ci concediamo un ultimo tirello su cornice per godere della vista e capire il perché di tutta quella fatica! Lo scenario è da urli, un panorama indimenticabile! Non vorremmo davvero scendere… ma restare li sarebbe davvero scomodo

Un’altra super giornata in compagnia di Andrea e di Ilaria, coronata dal un mega panino al Poco Loco! La primavera è iniziata…e così speriamo lo sia anche una bella serie di salite in quota!

Si ringraziano gli sponsor: Scarpa, Millet, Adidas, Baroli Sport per il materiale fornito.

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