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Tour d'Areu, si torna alle tacche - Enrico Bonino

Tour d’Areu, si torna alle tacche

10 Novembre 2015

Finalmente un pò di pausa dal lavoro è l’occasione giusta per passare un pò di tempo in famiglia, e date le temperature estive, è l’occasione giusta per scoprire un posto nuovo: le Tour d’Areu. Con Ilaria ci siamo lanciati su una delle vie “più facili – Copacabana”. Una roccia da urli come raramente ho toccato in vita mia, disegnata e scolpita da artistiche cannellures e protuberanze calcaree, che ci hanno condotti fino in cima alla quarta torre. Il paesaggio e l’ambientazione sono incantevoli: un balcone in pieno Sud affacciato alla catena del Monte Bianco, dove le torri nascono all’improvviso da irti prati erbosi. La via è sempre esigente nonostante le basse gradazioni dichiarate, la chiodatura non sempre logica. Tutte le vie richiedono (a quanto pare…) un bel grado consolidato nella loro difficoltà massima. Un posto davvero da non perdere. Ma se pensavate che l’ingaggio risiedesse nella via stessa, vi sbagliate di grosso: la parte “danger!!” della giornata è certamente l’avvicinamento in macchina per la strada sterrata che porta al rifugio Doran: una delle sterrate più ripide che abbia visto e percorso: non a caso la guida specifica la necessità di un BUON 4×4!

Climbing Technology; Scarpa Spa; Millet – Mountain by Experience; Baroli Sport Villeneuve; #teamCTclimb

 

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Tour d'Areu

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