A spasso per le Alpi da Est a Ovest

20 Giugno 2019

Periodo da flipper questo appena passato, e forse anche quello a venire. Quando le condizioni della montagna e il clima ti deprimono, bisogna trovare il coraggio e le forze per andare là dove gli astri si allineano per consentirti di mantenere la passione e il piacere di frequentarla. A volte tocca fare qualche chilometro in più, a volte prendere decisioni difficili.

Con Tommaso è parecchio che non ci vediamo, e decidiamo di ritrovarci in uno dei posti a lui più cari: le Dolomiti. Il tempo sembra garantirci 2 giorni pieni di avventure e li sfruttiamo a pieno. Arrivati tardissimo la sera del venerdi, decidiamo che il sabato lo passiamo su una via “zero sbatti” a 5 minuti di cammino, il Piz Ciavazes. Tom aveva già tentato in passato la Grande Micheluzzi combinata col diedro Buhl, ma dovette ritirarsi a metà via. Torniamo insieme per terminare la salita e ci riusciamo. Roccia super, via varia, bastoni garantiti nella parte alta. Non contenti di quanto avremmo già faticato (o forse solo ignari), data la presenza di cordate all’attacco decidiamo di percorrere la via Tabasco poco a sinistra e ricongiungerci al nostro obbiettivo qualche tiro sopra. Altra via bellissima su calcare della migliore qualità, ma non molla mai, zero riposi per 70m e un 6c continuo. Secondo giorno ci dirigiamo invece verso i Mesules de la Biscie, nei pressi del passo Gardena. Altra via non lontano dalla strada ma perfetta per anticipare i temporali previsti. Molta meno genti qui. Abbiamo salito la via “L’Nein”, itinerario vario con una seconda metà su roccia stellare. E poi via, di ritorno a casa, 7 h di auto per ripartire l’indomani sul lato opposto delle Alpi.

Anche con Max era tanto tempo che non ci vedevamo. Lui sempre all’inseguimento dei pochissimi 4000 che gli mancano e desideroso di grandi avventure. Io un pò titubante sulle condizioni della montagna degli ultimi tempi. Ci dirigiamo dunque al rifugio del Couvercle con l’obbiettivo della cresta del Jardin alla Verte. Nessuno l’aveva percorsa ma molti avevano salito il couloir Whymper. Le condizioni di innevamento sembrano discrete, il rigelo un pò meno. La meteo cambia leggermente all’ultimo e piove in serata fino a oltre 4000m. Rimane nuvolo fino alle 23 e alle 00:00 quando ci alziamo per colazione, non può certo aver consolidato la neve a dovere, anche se nel frattempo il cielo si è schiarito. Erano ormai quasi 48h che non rigelava, in più la pioggia e le nuvole avevano dato il colpo di grazia. Lascio a Max la scelta se tentare o se indirizzarci subito al piano B. Sapevo che lui ci teneva molto, quindi un tentativo non gliel’avrei negato, anche se già ben conoscevo il finale della storia. Arriviamo per primi nei pressi del couloir Whymper, sono ormai 1h e 10 che camminiamo nella pappa, di quella che se esci dalla traccia affondi al ginocchio. Onestamente valutando i precedenti delle ultime 48 h, le tempistiche della salita, e il cambiamento sostanziale che il clima sta infliggendo alla montagna, non me la sono sentita di prendere quei rischi, sia in salita che in discesa. Molte cordate sono comunque salite in vetta, ognuno è libero di decidere per il proprio destino.

Dunque piano B, si torna al rifugio a dormire un’oretta e poi si va alla cresta S integrale del Moine. Roccia solida, Sole, tranquillità, pochi rischi oggettivi. La salita non è certo brutta, ma ce l’aspettavamo molto più bella. Forse è una di quelle cime che sono belle ed estetiche in fotografia, e meno quando ci sei sopra. Ad ogni modo abbiamo salvato la giornata, e dalla cima si gode di un panorama di rara bellezza. La via presenta roccia solida ma è molto laboriosa. Le difficoltà sono forse un pò più sostenute di quanto non dicano le relazioni (sbagliate o incomprensibili quelle su camptocamp). Siamo comunque contenti di aver salito una cima a noi sconosciuta.

CONDIZIONI DELLA MONTAGNA

Zona Couvercle: le vie di misto cominciano ad essere alla frutta. Le terminali si stanno aprendo, e il rigelo nullo rende pericolose tutte le salite: rischio di caduta sassi e frane. Tracciata la punta isabella. Le Jorasses versante N sono ancora molto sporche. Tutte le vie d’arrampicata sul Moine sono percorribili. Sulla via normale è presente ancora un pò di neve. Ramponi non indispensabili per la via (per l’avvicinamento si), ma prendere inconsiderazione di fare qualche doppia in più del previsto in discesa. Molte vie all’Envers des Aiguilles sono percorribili. La mancanza di rigelo totale nei giorni scorsi e la canicola prevista per la prossima settimana devono far drizzare le antenne e scegliere con cura gli itinerari, da preferirsi quelli interamente su roccia.

Disclaimer

Tutto ciò che è riportato in questo sito, inclusi gli allegati è mirato alla divulgazione di informazioni utili e affidabili per affrontare salite, scalate, gite di sci alpinismo e fuoripista, cascate e tutto ciò che ci offre la montagna nella maggior sicurezza possibile, perché ogni alpinista e amante della montagna possa partire per un’avventura con una corretta preparazione preventiva. Noi rimaniamo sempre a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti e consigli, ma non possiamo agire per voi e spesso non saremo presenti durante le vostre gite.

Pertanto, rimarrà vostro compito e responsabilità valutare le condizioni della montagna sul momento, che possono cambiare in modo repentino secondo gli agenti atmosferici.
Dovrete quindi saper valutare con la vostra esperienza e capacità il terreno che vi circonda, e prendere le decisioni necessarie per il corretto svolgimento della salita nel momento stesso in cui sarete in montagna.

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